In provincia di Grosseto, ci sono attualmente 542 imprese agricole gestite da persone sotto i 35 anni, il numero più alto tra tutte le province italiane. Questo successo è in gran parte dovuto al modello “Toscana,” che vanta il maggior numero di imprese multifunzionali a livello nazionale, ben 1.230 in totale (28,4% del totale). Queste imprese, oltre all’attività agricola principale, si dedicano a diverse attività connesse, come agriturismo, servizi conto terzi, produzione di energia alternativa, trasformazione di prodotti o agricoltura sociale. Inoltre, il 25,9% dei giovani imprenditori ha una laurea o un diploma, rispetto al 12,4% dei capi azienda di età superiore ai 40 anni.
Queste caratteristiche si riscontrano anche nella regione della Maremma, ma non possiamo trascurare l’urgenza di agevolare e accelerare il processo di “ricambio generazionale” nell’agricoltura, che stenta a concretizzarsi, persino in Maremma.
Nei prossimi tre anni, circa 600 imprenditori agricoli avranno un’età compresa tra i 60 e i 64 anni e saranno idonei per la pensione. Questo fenomeno, noto come “senilizzazione,” è stato riconosciuto anche da Ismea, che ha evidenziato le difficoltà legate ad esso. Questa situazione richiede una rapida transizione generazionale nelle campagne.
Il nuovo delegato, il signor Parrucci, sottolinea che il futuro di molte imprese agricole è incerto a causa della difficoltà di passare il testimone alle generazioni più giovani. I giovani agricoltori vogliono essere un esempio e un incentivo per i figli, i nipoti e i parenti degli imprenditori agricoli della loro generazione che non hanno ancora deciso cosa fare da grandi e rischiano la chiusura delle aziende. Inoltre, vogliono attrarre i giovani che stanno mostrando interesse per l’agricoltura. Come faranno? Raccontando le loro storie personali per sfatare il mito erroneo di un’agricoltura che consuma le vite e non lascia tempo per sé stessi e dimostrando loro i risultati tangibili del loro lavoro.